Una delle cause più frequenti di dolore cervicale e cefalea muscolo-tensiva ha come protagonista il diaframma, ossia quel muscolo che separa il torace dall’addome e che rappresenta il muscolo principale della respirazione.
Farò una breve premessa spiegando le due principali modalità di respirare, questo mi servirà per fare alcuni collegamenti e rendere chiaro il perché, molto spesso, la rigidità del collo ed alcuni tipi di mal di testa sono collegati al muscolo diaframma.
- RESPIRAZIONE DIAFRAMMATICA: è il tipo di respirazione più naturale, efficiente e fisiologica in condizioni di riposo. Questo tipo di respirazione stimola il sistema nervoso parasimpatico e favorisce il rilassamento riducendo stress ed ansia.
- RESPIRAZIONE TORACICA: è una modalità di respirazione dove prevalgono i movimenti della gabbia toracica. Vengono coinvolti i muscoli intercostali e, in alcuni casi, i muscoli accessori della respirazione. Questi ultimi si inseriscono sulle vertebre cervicali, aiutano a sollevare la parte alta del torace durante l’inspirazione e, se continuamente contratti, contribuiscono al dolore del collo. Questo tipo di respirazione entra in gioco durante uno sforzo fisico o per compensare il deficit di mobilità del diaframma, infatti è meno efficiente, può essere più superficiale ed in genere viene utilizzata in modo inconsapevole in situazioni di ansia o stress.
La respirazione fisiologica dovrebbe riguardare per il 70-80% il diaframma e per il 20-30% il torace.
Provate a sdraiarvi e tenete una mano sulla pancia (tra l’ombelico e le coste) e l’altra sul torace, fate qualche inspirazione un pochino più profonda del normale e verificate se si solleva di più la mano mantenuta sulla pancia o quella sul torace. Normalmente, in assenza di tensioni o disfunzioni diaframmatiche, dovrebbe essere la mano sulla pancia a fare il movimento più ampio.
Esiste un collegamento profondo tra il diaframma e le vertebre cervicali. Tale collegamento è sia di natura neurologica, dovuto al nervo frenico, che innerva il diaframma ed origina dalla terza, quarta e quinta vertebra cervicale, mettendo dunque in relazione il diaframma con il collo; sia di natura fasciale-connettivale: i polmoni ed il pericardio (che è una sottile membrana che avvolge e sostiene il cuore) poggiano sulla faccia superiore del diaframma, poi ci sono una sorta di “legamenti” che, mediante l’interposizione del pericardio stesso, collegano il diaframma alle vertebre cervicali ed alla base del cranio (vedi figura).
Anche la faccia inferiore del diaframma è in relazione con degli organi addominali tramite dei legamenti sospensori degli organi sottodiaframmatici ed in particolare con il fegato, stomaco, milza ed angolo colico destro e sinistro. Il diaframma dunque, mediante questa continuità fasciale, collega gli organi sottodiaframmatici e quelli contenuti nella cavità toracica al collo fino ad arrivare alla base del cranio.
Quand’è che l’equilibrio del diaframma e del sistema fasciale viene ad alterarsi con conseguenti ripercussioni che arrivano fino a livello cervicale e craniale?
Ciò può avvenire sia per problemi viscerali veri e propri, ad esempio una patologia dell’organo; ma anche per tensioni su base metabolico-disfunzionale di organi come fegato, stomaco, colon dovuti ad una cattiva alimentazione, ad una disbiosi intestinale, ad una intolleranza alimentare che perturbano l’organo e questo si riflette sul diaframma e sul sistema fasciale ad esso collegato.
Ma ciò può avvenire anche, come molto spesso accade, per problematiche su base psico-emozionale. Rientrano in questa “categoria” quelle persone particolarmente ansiose ed emotive, che stanno vivendo un periodo particolarmente stressante, oppure che tendono per loro natura ad un “controllo” eccessivo e fanno fatica a lasciare andare. Soffrono di dolore e rigidità cervicale, spalle sollevate , tensioni sui trapezi e spesso lamentano cefalea muscolo-tensiva, può succedere che vadano a dormire senza dolore ed al risveglio manifestano torcicollo dovuto a tensioni emotive inconsce che durante la notte si amplificano e contribuiscono a bloccare ancora di più il diaframma. I soggetti in questione tendono a trattenere e ciò comporta una grandissima tensione a livello diaframmatico, questo perché trattenendo il respiro si cerca di reprimere e controllare le emozioni.
Il diaframma quindi sarà duro, contratto e poco mobile, la respirazione sarà prettamente di tipo toracico e questa condizione si ripercuoterà, mediante il collegamento descritto prima, fino al collo.
Immaginiamo una corda che collega da una parte il diaframma e dall’altro il collo, se la corda è in tensione a livello della sua estremità diaframmatica, per forza questa trazione si trasmetterà a livello cervicale fino ad arrivare alla base del cranio. Questo provocherà una compressione da cui origina la tensione cervicale e la cefalea muscolo-tensiva che spesso lamentano queste persone. Facendo un test di mobilità sulle vertebre cervicali si sentirà tutto il tratto teso sia a destra che a sinistra, al contrario, nelle disfunzioni cervicali di tipo meccanico, quindi nei semplici blocchi articolari, troverò solo una o due vertebre con una ridotta mobilità. Per cui il diaframma può essere una vittima di una perturbazione del sistema viscerale o essere lui stesso la causa di alterazioni posturali mediante questi collegamenti. È importante dire che c’è grande relazione tra sfera emotiva e disturbi viscerali, la componente emotiva-emozionale se non adeguatamente sostenuta si ripercuote inevitabilmente sul sistema viscerale.
Esistono dei semplici test per mettere in evidenza questa disfunzione, il trattamento sarà individuale e non uguale per tutti, si valuta il soggetto nella sua globalità, si evidenziano delle disfunzioni e si procede con il trattamento. Sicuramente bisognerà liberare il diaframma mediante tecniche manuali ed una serie di esercizi di respirazione da ripetere per un periodo anche a casa, andranno controllate le articolazioni temporo-mandibolari ed i muscoli masticatori in quanto in genere, a causa di questa “compressione”, i soggetti in questione tendono a digrignare, andrà verificata la mobilità del tratto dorsale ecc.