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È utile iniziare il post dicendo che fisiologicamente i denti dovrebbero essere a contatto tra loro solamente per trenta minuti al giorno, ossia durante la masticazione e la deglutizione. Per il resto della giornata dovrebbero essere disserrati.
In tutto questo la lingua assume un ruolo fondamentale perché, se lavora in modo corretto, è già un byte naturale e per riflesso non permette l’attivazione dei muscoli che tendono a serrare la mandibola.

Prima si pensava che tutti i dolori temporo-mandibolo-cervicali fossero imputabili ad una malocclusione; oggi si sa che l’occlusione è uno dei fattori ma non più l’unico, si è visto che sono molto importanti anche i fattori neuromuscolari. Questi ultimi sono determinati da stress, stile di vita, fattori psico-sociali ecc.. e determinano tensione eccessiva dei muscoli masticatori, dolore alle articolazioni temporo-mandibolari da ipercarico e conseguente male al collo ed alla schiena, cefalea muscolo-tensiva, vertigini e ripercussioni sulla postura in genere. Basti pensare che una percentuale che va dal 33% al 60% delle persone che soffrono di disturbi e dolori temporo-mandibolo-cervicali rientrano in questa categoria. Su queste persone il trattamento osteopatico riveste un ruolo molto importante nel riequilibrio delle strutture in questione e quindi nella risoluzione del dolore.

Mentre le persone con dolore temporo-mandibolare correlabile a problematiche occlusali (quindi a malocclusione) variano in percentuale dal 16% al 20% del totale.

Molto spesso dolori e disturbi temporo-mandibolari, oltre che localmente, possono ripercuotersi in altre zone determinando alterazioni posturali che coinvolgono il resto del corpo fino ad arrivare ai piedi.
La relazione esistente tra la “bocca” e l’atteggiamento posturale è di grande rilevanza ed ormai riconosciuta a livello scientifico.
In questa relazione giocano un ruolo molto importante oltre ai denti, alla mandibola, alle ossa del cranio, alle articolazioni temporo-mandibolari, anche la lingua, l’osso ioide (che è un piccolo ossicino situato nella loggia anteriore del collo) e le vertebre cervicali.

Spesso un lavoro mirato sulla zona in sofferenza permette di risolvere, o quantomeno migliorare, dei sintomi anche molto distanti, ad esempio lombalgie, dolori ad anca e ginocchio, fino ad arrivare anche all’appoggio plantare.