In osteopatia si parla spesso di visione di insieme, di globalità dell’individuo.. ciò significa non fermarsi al trattamento del sintomo che riferisce il paziente, ma, mediante test e tecniche manuali, andare a ricercarne la causa che spesso non coincide con la zona dove si avverte il dolore.
In questo articolo cercherò di spiegare nel modo più semplice possibile questo concetto e porterò un caso clinico a dimostrazione di quanto detto.
L’essere umano è formato da più sistemi interconnessi ed interdipendenti tra di loro, i principali sono il sistema viscerale (i nostri visceri), strutturale (ossa, articolazioni, muscoli e legamenti) e cranio-sacrale¹; c’è un continuo scambio di informazioni per cui una disfunzione di un sistema la potrò ritrovare anche sugli altri ed avrà ripercussioni sull’intero organismo.
Questo significa che un mal funzionamento ad esempio del sistema viscerale (mi riferisco a coliti, reflusso gastro-esofageo, disbiosi ecc.) si ripercuoterà ed influenzerà anche la mobilità del sistema strutturale (quindi della colonna vertebrale causando mal di schiena e rigidità) e del sistema cranio-sacrale (l’osteopata in questo caso mettendo le mani sul cranio del soggetto percepirà un movimento asimmetrico oppure un ritmo ed un’ampiezza molto ridotti).
1. Il sistema cranio-sacrale è caratterizzato da un movimento ritmico, quasi impercettibile, della misura di pochi micron che dal cranio si propaga fino all’osso sacro. L’origine del movimento è dovuto all’attività ritmica metabolica delle cellule cerebrali, come fosse un respiro di tali cellule. L’osteopata mettendo le mani sul cranio del soggetto percepisce un certo ritmo di espansione e retrazione ed una certa ampiezza di movimento che differisce tra un soggetto e l’altro a seconda della vitalità, dello stato di salute ecc.
Per cui avendo appurato tutto ciò, basterà avere delle chiavi di ingresso per interrogare il corpo e scoprire qual’è l’informazione che perturba il sistema tonico posturale del soggetto esaminato. Ciò è possibile perché l’organismo risponde in tempo reale agli stimoli forniti per cui il cambiamento è immediato. Metteremo e toglieremo delle informazioni, delle variabili nel sistema che riguardano ad esempio la vista, il sistema stomatognatico (articolazione temporo-mandibolare, lingua, mascellare inferiore), il sistema viscerale ed altro. Per quanto riguarda l’aspetto viscerale potremo valutare, anche mediante fiale test, l’eventuale interferenza di una sensibilità alimentare, di una disbiosi ecc. sulla mobilità vertebrale (quindi sul mal di schiena) e sul ritmo cranio-sacrale. Troveremo quindi l’informazione che, in tempo reale, migliori la mobilità delle zone trovate in precedenza in disfunzione; una volta individuata l’origine del disturbo il trattamento sarà più mirato e risolutivo.
Caso clinico
Donna di circa 45 anni, soffre spesso di tensione cervicale e mal di schiena. La colonna vertebrale risulta globalmente rigida, maggiormente nel tratto cervicale e dorsale medio a sinistra. Il ritmo e l’ampiezza craniale risultano molto ridotti.
Dai test eseguiti appare evidente una deglutizione atipica, ossia una disfunzione dove la lingua non lavora in modo corretto; infatti, sia a riposo che durante la deglutizione, questa va a spingere contro gli incisivi invece di mantenere l’appoggio sul palato come normalmente dovrebbe fare. Possiamo immaginare l’apparato linguale in disfunzione come fosse una fionda in tensione, e questa tensione si può ripercuotere su tutta la postura, a partire dalla testa e collo fino all’appoggio plantare.
Ripetendo i test di mobilità chiedendo alla signora di mantenere la lingua in posizione corretta, quindi con la punta poggiata sullo spot palatino (una zona molto reflessogena situata subito dietro gli incisivi superiori) ed il dorso aderente al palato, il ritmo e l’ampiezza craniale erano immediatamente migliorati, così come la mobilità delle zone vertebrali precedentemente trovate in disfunzione.
Anche la valutazione posturale eseguita in stazione eretta mediante pedana stabilometrica mostrava i grafici notevolmente cambiati tra la valutazione iniziale e quella finale eseguita a distanza di pochi giorni.
Nella figura 1 (in blu) si vede come nella valutazione iniziale il baricentro del soggetto esaminato sia notevolmente spostato in avanti, mentre nella seconda valutazione (in verde) a distanza di circa venti giorni, si nota come il baricentro sia molto più vicino al centro degli assi cartesiani e quindi in posizione più corretta.
Figura 1
Anche i dati posturometrici (vedi figure 2-3), nella valutazione iniziale (figura 2), confermano un baricentro spostato in avanti ed un appoggio plantare che si realizza maggiormente sull’avampiede, quasi come se il soggetto stesse sulle punte dei piedi (infatti il carico sui talloni è notevolmente ridotto). Mentre nel post-trattamento (figura 3) il carico è nettamente più equilibrato tra avampiede e retropiede.
Figura 2 e 3
Lo stesso atteggiamento posturale “anteriorizzato” si mostra evidente anche nella foto di profilo scattata prima del trattamento (vedi figura 4); nel post-trattamento invece, la postura della signora appare più centrata ed equilibrata (vedi figura 5).
Figura 4 e 5
L’origine del dolore e della tensione che avvertiva la signora su collo e schiena era legato ad una “disfunzione” della lingua che le perturbava tutta la postura. Quindi, oltre al trattamento osteopatico, sono stati proposti degli esercizi miofunzionali per migliorare la deglutizione atipica. La signora ha eseguito tali esercizi per un certo periodo fino ad integrare ed automatizzare i nuovi schemi motori così da stabilizzare i risultati raggiunti.
Quindi per concludere, per me avere una visione di insieme vuol dire: non fermarsi al sintomo ma valutare globalmente l’individuo, evidenziare le disfunzioni dei vari sistemi, cercare di comprendere l’informazione che le riequilibri ed intervenire su tale informazione applicando l’opportuno accorgimento correttivo.