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Quando si parla di postura e di recettori posturali si fa sempre riferimento al piede, all’occhio, all’orecchio, alla bocca e all’apparato muscolo-scheletrico. Si tralascia spesso di menzionare un fattore molto importante che è quello metabolico.
In questo articolo proverò a descrivere i sintomi e gli atteggiamenti posturali spesso correlati ad una perturbazione su base biochimica-metabolica.

Circa il 70% dei dolori e disturbi che costringono le persone a consultare un medico, un osteopata o un fisioterapista hanno come origine una sofferenza viscerale su base biochimica-metabolica.
Spesso dovuta a diete sbagliate (cibi molto raffinati, diete monotematiche), sovrappeso, sensibilità alimentari, disbiosi intestinale (alterazione della flora batterica intestinale), candida intestinale, stress psico-fisico, abuso di determinati farmaci come antibiotici o farmaci antiinfiammatori non steroidi (fans).

Tutto ciò determina una infiammazione cronica di basso grado a partenza viscerale ma capace di dare una sintomatologia molto varia, diversa da individuo e individuo in base alla predisposizione e debolezza individuale di ciascuno di noi; qualcuno potrà avere un mal di schiena cronico (a volte definito come “dolore latente di sottofondo”), altri potrebbero manifestare dolori articolari, frequenti mal di testa, stanchezza cronica (a volte più marcata dopo i pasti, quando di norma un pasto dovrebbe fornire energia e non dare sonnolenza e letargia), difficoltà nella concentrazione, disturbi gastrointestinali come coliti, gonfiore addominale e reflusso gastro-esofageo. Molto spesso troviamo una combinazione di questi sintomi, ad esempio disturbi gastrointestinali associati a mal di schiena.

La caratteristica posturale spesso comune nei soggetti con disturbi funzionali di origine viscerale e metabolici è l’asimmetria tra emilato destro e sinistro del corpo: spessissimo il soggetto carica diversi kg più da un lato ed è presente una torsione oraria o antioraria che è la risultante di tutti gli adattamenti periferici; tutto ciò, il più delle volte, si riduce fino a scomparire una volta ristabilito il corretto equilibrio in ambito viscerale.

Passiamo alla descrizione di un caso clinico: inserirò la valutazione eseguita con pedana stabilometrica ad inizio e fine trattamento dello stesso paziente per dimostrare quanto, nel suo caso, l’aspetto biochimico-metabolico sia stato determinante nella sintomatologia e nell’alterazione della postura. La pedana stabilometrica è uno strumento molto utile per la valutazione della postura in stazione eretta.

Soggetto di 54 anni, riferisce dolore in sede lombare da alcuni mesi.
Esame osteopatico: tensione viscerale a livello dell’intestino tenue, colon ascendente ed ipocondrio destro; anca destra bloccata in rotazione esterna con il muscolo ileo-psoas sempre di destra molto contratto, sacro-iliaca dx in disfunzione e riduzione di mobilità a livello della cerniera dorso-lombare di sx ma soprattutto a livello dorsale medio bilateralmente. I test eseguiti mi davano una positività riguardo la disbiosi intestinale, la candida ed una sensibilità alimentare verso il frumento.

Il soggetto è stato sottoposto a tre trattamenti osteopatici ed ha modificato il suo regime alimentare.

LEGENDA: per comprendere meglio i grafici sotto riportati descriverò alcune voci della pedana stabilometrica che riguardano la varianza di velocità, l’area e la velocità. Le figure sono piuttosto intuitive del cambiamento tra il prima e il dopo.

Var V (varianza di velocità): il valore dovrebbe essere minore di 30, considerando che più è bassa e meglio è. Rappresenta uno dei valori più importanti, indica l’integrazione e l’armonia dei recettori posturali; in assenza di tale armonia il soggetto si sposterà a scatti con delle accelerazioni e decelerazioni durante l’oscillazione. Più è alta e maggiore è il disagio ed il dispendio energetico della persona.

A mmq : è l’area espressa in millimetri quadrati. Valori normali ad occhi aperti 50-250 mmq (media 91 mmq). E’ la superficie del gomitolo, esprime l’efficacia che ha il sistema posturale fine a mantenere il centro di gravità vicino alla sua posizione media di equilibrio. E’ il parametro più utilizzato in clinica, molto importante è la variazione dei suoi valori al variare delle condizioni d’esame e nel corso di esami successivi per verificare l’efficacia delle terapie effettuate.

V mm/s (velocità) : è la media della velocità di spostamento del baricentro durante l’esame. Il valore normale è inferiore a 7 ed indica il grado di stabilità del sistema posturale.

I dati stabilometrici sotto riportati (vedi figura 1) riguardano la prima valutazione (in blu) e l’ultima valutazione (in verde) eseguita a distanza di 28 giorni. I dati dimostrano come l’atteggiamento posturale del soggetto stia tornando verso una condizione di maggior equilibrio ed armonia. Infatti la varianza di velocità (Var V) passa da 36,42 a 22,09; il baricentro è sempre spostato verso destra ma meno rispetto alla valutazione iniziale. Migliorano anche i valori di area (A mmq) e velocità (V mm/s), indicazione che il soggetto è più stabile ed oscilla di meno.

Figura 1

La pedana stabilometrica ha la possibilità di effettuare la rilevazione separata dell’attività dei due emisomi, ovvero misura in modo separato l’attività del lato destro e sinistro del corpo. Nella figura 2 si evince come il soggetto passi da una situazione di asimmetria (linee blu) tra emisoma destro e sinistro ad un quadro di maggior simmetria (linee verdi). Infatti la risultante degli adattamenti sul sistema tonico posturale di spalle e bacino fornisce inizialmente un valore di torsione destra di 2,61° per poi passare a 1,40° (vedi figura 3).

Figura 2

Figura 3

Nelle figure subito sotto si vede come anche l’appoggio podalico tra prima e dopo si sia modificato e come il soggetto riesca a distribuire il peso in maniera più equilibrata rispetto alla valutazione iniziale, infatti inizialmente caricava 14,6 kg più a destra per poi passare a 4,5 kg.

     

     

Quindi il soggetto risulta essere più centrato e stabile, c’è maggior simmetria tra emilato destro e sinistro del corpo ed un minor dispendio energetico nel mantenere la stazione eretta, ovviamente a tutto ciò si associa la risoluzione del mal di schiena.

Per concludere direi che i motivi di consulto legati all’aspetto biochimico-metabolico sono tra i più frequenti e spesso danno recidive se non si interviene in profondità nel migliorare il “terreno”, a volte con sintomi diversi ma che hanno come origine lo stesso denominatore comune. Per questo motivo spesso richiedono delle modifiche temporanee di stili di vita per cui è fondamentale la collaborazione del paziente.