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È convinzione comune credere che il mal di schiena dipenda unicamente da problematiche a carico di vertebre e dischi (quindi protrusioni o ernie discali) trascurando completamente altre possibilità.

In realtà una grande percentuale di mal di schiena ha la sua origine a livello viscerale poi, facendo una risonanza magnetica lombo-sacrale, è normale dai trenta anni in su trovare una o più protrusioni discali, si pensa quindi di aver trovato l’origine del problema ma molto spesso non è così.

Analizziamo brevemente i collegamenti tra visceri e colonna vertebrale, questa relazione è di straordinaria importanza ed è dovuta sia al sistema neurovegetativo, soprattutto nella sua componente di tipo ortosimpatica, sia a collegamenti anatomici veri e propri tra organo e colonna.

Il sistema ortosimpatico periferico è rappresentato dalle due catene latero-vertebrali che scendono lungo la colonna vertebrale situandosi a destra e sinistra di ciascun corpo vertebrale. Mediante tale sistema si attiva un collegamento, come fosse un filo che trasmette, che congiunge i visceri contenuti nell’addome e nel torace alla colonna vertebrale ed ai muscoli ad essa associati (vedi figura di lato). Ogni organo è innervato dal punto di vista ortosimpatico da vari segmenti vertebrali; se un viscere è in sofferenza si inibiscono le trasmissioni coerenti mediate dai neurotrasmettitori, le sinapsi non trasmettono più in modo armonioso e coeso, le informazioni arrivano in maniera alterata e si crea una sorta di infiammazione che si ripercuote sulla schiena con dolore e riduzione di mobilità.

Un altro collegamento tra organo e colonna si realizza mediante il tessuto connettivo di sostegno che avvolge ciascun organo e si inserisce sulla parete addominale posteriore, collegando quindi l’organo stesso alla colonna vertebrale ed alla muscolatura circostante come fosse una sorta di “legamento”; ciò fa sì che la perturbazione di un organo si possa ripercuotere anche a livello della colonna vertebrale determinando il mal di schiena.
Ad esempio (vedi figura subito sotto) la radice del mesentere è una struttura costituita da un doppio strato di peritoneo che riveste, sostiene e collega l’intestino tenue alla parete posteriore dell’addome consentendone anche una certa mobilità.

N.B. l’immagine è tratta dal libro “ATLANTE DI ANATOMIA UMANA” di Frank Netter

In proiezione questa radice del mesentere parte dalla seconda vertebra lombare e termina all’altezza dell’articolazione sacro-iliaca di destra, ha una lunghezza di circa quindici centimetri, una disposizione obliqua ed al suo interno decorrono importanti strutture vascolari e nervose. Si può capire così come una sofferenza dell’intestino tenue possa aumentare la tensione di questo tessuto fasciale-connettivale che, a sua volta, influenzerà la mobilità della colonna lombare e dei muscoli adiacenti provocando il mal di schiena.

Per questi motivi in caso di mal di schiena persistente è importante considerare anche eventuali disfunzioni degli organi interni oltre ai fattori muscolo-scheletrici.

Tra le cause più frequenti nel determinare una sofferenza viscerale abbiamo la disbiosi intestinale, le intolleranze alimentari e la candida.

  • DISBIOSI: è l’alterazione della flora batterica che vive all’interno dell’intestino, può essere causata da una cattiva alimentazione (diete monotematiche e prodotti molto raffinati), da un deficit di vitamine, da stress, virus, batteri, parassiti intestinali, intolleranze alimentari ed abuso di farmaci. Una sana flora batterica intestinale garantisce l’integrità delle pareti intestinali e la funzionalità della mucosa intestinale, agisce da barriera contro i patogeni, regola l’assorbimento di nutrienti come vitamine e minerali e la produzione di energia
  • INTOLLERANZE ALIMENTARI: gli alimenti più spesso responsabili sono quelli che si consumano abitualmente come glutine, latte (legato sia al lattosio che alla caseina), lievito, nichel, fruttosio, solanacee ecc. Per superare una sensibilità alimentare è necessario togliere l’alimento in questione dalla dieta per un periodo più o meno variabile, però, per avere un miglioramento evidente della sintomatologia che ha portato a sospettare la presenza di un’intolleranza, sono sufficienti dalle due alle tre settimane di astinenza; se però dopo tale periodo la sintomatologia non è migliorata il problema va ricercato in altra causa.
  • CANDIDOSI INTESTINALE: la candida è un lievito fungino che vive in simbiosi nel nostro intestino insieme a tantissimi altri microorganismi. Finché il sistema immunitario intestinale è in buona salute la candida non riesce a svilupparsi e creare danni particolari, ma, qualsiasi fattore in grado di deprimere il sistema immunitario può consentire alla candida di proliferare creando anche problemi seri.
    Tra i fattori che possono determinare una candidosi abbiamo lo stress, uso di antibiotici, carenze di vitamine e minerali ed una cattiva alimentazione ricca di zuccheri e cibi contenenti lieviti.

Un’intolleranza, così come la disbiosi e la candida, possono provocare un’infiammazione viscerale che, visti i collegamenti appena descritti, si può ripercuotere anche sulla schiena con lombalgie e dorsalgie.

Le foto qui di lato sono state scattate a distanza di dieci giorni l’una dall’altra. La signora lamentava mal di schiena persistente che è passato dopo aver migliorato l’aspetto viscerale. Si vede infatti come abbia ridotto il gonfiore addominale pur avendo mantenuto lo stesso identico peso, nel suo caso c’era un segnale alimentare legato al frumento.

Sono un osteopata-fisioterapista, nell’ambito del mio lavoro utilizzo tecniche manuali e test muscolari (utilizzati in kinesiologia applicata), in grado di mettere in evidenza queste relazioni e rendere il trattamento il più mirato possibile per ogni singolo individuo. Un sintomo nasconde sempre una causa, alcune volte evidente altre volte va ricercata con attenzione, è indispensabile a mio avviso un approccio che tenga in considerazione la globalità dell’individuo e non si limiti all’aspetto muscolo-scheletrico.